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Domande Frequenti sulla Psicoterapia Breve Strategica

domenica, novembre 22nd, 2009

 

1) Quanto può durare una terapia breve strategica?

La terapia breve strategica è un intervento psicologico psicoterapeutico breve e focale, di norma il terapeuta si da l’obiettivo in 10 sedute di raggiungere per vedere dei reali e significativi cambiamenti o per sbloccare il problema a seconda della gravità del problema. Nella maggior parte dei casi, l’intervento terapeutico non supera le 20 sedute complessive. Essendo un metodo di ricerca-intervento, c’è da parte dello Psicoterapeuta una verifica costante insieme al Cliente dell’efficacia del trattamento.

2) Qual’ è la frequenza delle sedute?

La frequenza delle sedute di solito è quindicinnale, salvo casi particolari per i quali, nella fase iniziale, può essere opportuno stabilire degli incontri settimanali. Dopo lo sblocco del problema la cadenza delle sedute può divenire ogni 3 settimane, per poi distanziarsi sempre di più. Le ragioni per cui la cadenza delle sedute è così distanziata rispetto ad altre Psicoterapie “Classiche” sono principalmente tre. Da un lato occorre dare il tempo necessario alle prescrizioni date in seduta di fare il loro effetto, dall’altro così facendo si evita un effetto indesiderato e rischioso per il cliente come la dipendenza con lo psicoterapeuta. Il terzo motivo è dare la possibilità, alle capacità ritrovate di consolidarsi nel tempo, ovvero imparare a “camminare con le proprie gambe”.

3) Quanto dura una seduta?

La durata di una seduta di Psicoterapia Breve Strategica è molto variabile a seconda della fase del trattamento in cui si trova la persona e del tipo di problema che porta. Può variare dai 20 minuti alle 2 ore, ad esempio una seduta di un attacco di panico “sbloccato” può durare anche 20 minuti, mentre una seduta iniziale di Terapia Indiretta può durare anche 2 ore, dipende dall’obiettivo che lo Psicoterapeuta si prefigge di ottenere in quello specifico incontro.

4) La terapia breve strategica dà risultati duraturi nel tempo?

Dalle statistiche del Centro di Terapia Stategica di Arezzo, che raccoglie tutti i dati provenienti dai 114 studi affiliati sparsi in tutto il mondo, si evidenzia l’elevata efficacia dell’intervento nel tempo. I risultati dei follow up a 3 mesi, 6 mesi e 1 anno dalla fine della terapia, dimostrano che la possibilità di ricadute è minima.

 

5) La psicoterapia strategica può aiutare pazienti restii a recarsi dallo psicologo o da uno specialista?

Sì, lo psicoterapeuta strategico può utilizzare in questi casi, in maniera efficace, la terapia indiretta, lavorando non sulla persona portatrice del problema, ma sui familiari che, mettendo in atto delle strategie ad hoc, prescritte dal terapeuta, sbloccheranno il problema del parente malato. Come diciamo usualmente, è meglio una persona collaborativa fuori che una persona boicottante dentro la Terapia.  In alcuni casi, dove si riterrà necessario, si utilizzeranno delle strategie per portare dolcemente il paziente a recarsi in studio, senza che si senta costretto a farlo.

6) La psicoterapia breve strategica prevede l’utilizzo di farmaci?

No, l’intervento è psicologico e psicoterapeutico e non prevede l’utilizzo di farmaci. Se il paziente ha una terapia farmacologica in corso, una volta raggiunta l’estinzione del problema in accordo con il medico curante e/o psichiatra il paziente potrà scalare i farmaci.

Terapia Indiretta con Bambini e Ragazzi Difficili

lunedì, giugno 8th, 2009

Il trattamento indiretto, con bambini e ragazzi difficili, è un tipo di intervento psicologico che prevede il coinvolgimento di uno o più membri adulti della famiglia, i quali rappresentano la risorsa principale per un cambiamento positivo e per ripristinare una situazione di benessere del minore e quindi di tutto il sistema familiare.

Molti dei problemi che si manifestano nel contesto familiare e che compromettono il normale svolgimento delle attività quotidiane di uno o più componenti possono essere, a volte, non affrontati in modo adeguato o possono essere sottovalutati.

I problemi psicologici che coinvolgono la famiglia si costruiscono spesso sulla base delle reazioni messe in atto dai genitori per cercare di risolvere il problema stesso. Il problema così, anziché risolversi, viene alimentato o addirittura estremizzato dal modo in cui si sta cercando di risolverlo.

I tentativi fatti dalla famiglia sono quelle che noi Strategici chiamiamo le Tentate Soluzioni disfunzionali.

Il rischio maggiore al quale una famiglia può andare incontro, continuando ad utilizzare le tentate soluzioni, è che un problema possa trasformarsi in un profondo disagio e di conseguenza in un disturbo psicopatologico, questo accade quando il problema si mantiene, si stabilizza e si amplifica in seguito alla messa in atto di soluzioni disfunzionali perpetuate nel tempo.

A questo punto l’intervento Strategico, va alla ricerca della leva per sovvertire i circoli viziosi che si sono instaurati nella famiglia, utilizzando dei protocolli di intervento collaudati, nel giro di poche sedute, le prescrizioni bloccheranno le tentate soluzioni disfunzionali, e farà sì che si inneschino dei cambiamenti per la risoluzione del problema.

Molto spesso quando arrivano da me genitori che hanno problemi con i loro figli, sono sorpresi quando specifico che preferisco vedere solo loro e non il figlio.

Quello che molti nostri colleghi sottovalutano è che un bambino quando va dallo psicologo o psicoterapeuta, si sentirà diverso già per il solo fatto che è in cura da uno specialista.

Il bambino prima di tutto non deve sentirsi etichettato, ne come un bambino difficile ne come problematico; tant’è che noi Psicoterapeuti Strategici evitiamo anche di fare delle diagnosi, o meglio evitiamo di comunicarle perché potremo creare l’effetto Profezia Autoavverantesi.

Il rischio è di sommare ad un problema già presente, l’etichetta diagnostica di una possibile patologia che anziché risolvere il problema in questo caso lo potrebbe solo aggravare.

La diagnosi la comunicheremo all’ interessato quando non è più pericoloso farlo.

Come diceva già Ippocrate: “Primum non nuocere.”

Inoltre è molto più proficuo lavorare con i genitori e/o insegnanti, piuttosto che con un bambino o ragazzo problematico che potrebbe boicottare la terapia e rendere vano il nostro intervento.

Difatti la psicoterapia che io utilizzo in questi casi, insieme a tutti gli affiliati del C.T.S. di Arezzo, è quella della terapia indiretta insegnata dal Prof. Giorgio Nardone, durante le sedute non vedrò il bambino che aiuterò a meno che non ci siano ragioni specifiche (ad es. anoressia…).

Non venendo fisicamente in terapia, il bambino senza sentirsi problematico, senza essere sottoposto alle domande di uno specialista, ma quasi magicamente attraverso i nuovi comportamenti dei genitori guidati dallo psicoterapeuta cambierà comportamento e/o guarirà.

E’ quello che noi strategici chiamiamo: “Solcare il mare all’insaputa del cielo”.

I bambini sono i più facili da aiutare, proprio perché hanno ancora tutte le potenzialità per cambiare anche velocemente, se i genitori riescono a seguire le prescrizioni i risultati non tarderanno a venire.

Mi ricordo il caso di una bambina che aveva cominciato a fare dei rituali riparatori da circa 6 mesi, mi telefonò la madre molto preoccupata perché mi disse che non sapeva più cosa fare e che la cosa andava peggiorando sempre più.

Dissi come mio solito alla madre di venire da sola in seduta, in questo caso ancora di più perché la bambina aveva solo 5 anni.

La madre mi raccontò che la bambina aveva da un po’ di tempo dei rituali, chiedeva di continuo delle rassicurazioni sul fatto che il portone di casa era chiuso, che le chiavi del portone fossero nel tiretto di un comò della stanza da letto.

La bambina durante il giorno controllava di continuo che le chiavi fossero al suo posto, o quando uscivano che il portone fosse chiuso, chiedendo alla madre in sua presenza di chiuderlo e aprirlo più volte per essere sicuri che fosse chiuso.

Dopo essere usciti chiedeva di continuo alla madre se era sicura che il portone fosse chiuso.

In questo caso immagino la paura di una madre e di un padre nel vedere la propria figlia comportarsi in questo modo apparentemente bizzarro, se non “illogico”.

In questo caso bastò prescrivere alla madre di essere meno complice le darle rassicurazioni e di chiedere alla figlia più volte durante il giorno di fare i rituali, per far crollare tutto il problema su se stesso.

Questa madre fu talmente brava che riuscì a sbloccare il problema di sua figlia tra la prima e la seconda seduta.

Non è difficile lavorare in modo indiretto, è solo diverso, anzi talvolta è anche più semplice.

E’ semplice rendere le cose complicate, ma è difficile renderle semplici.” F. Nietzsche

 

 

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Aforismi Terapeutici
'Mentre perseguiamo l'irraggiungibile, rendiamo impossibile l'attuabile'
R. Ardrey
'Tutto ciò che può essere fatto con poco invano viene fatto con molto'
Guglielmo da Occam
'Nulla di troppo, solo ciò che è abbastanza'
Parafrasando i Sette Saggi
'Ognuno costruisce la realtà che poi subisce'
Alessandro Salvini
'La pratica senza la teoria è cieca, come cieca è la teoria senza la pratica'
Protagora
Cambiare Occhi Toccare il Cuore
di Giorgio Nardone
"L'aforisma può essere ritenuto una vera e propria tecnica strategica (...) Come nelle più raffinate forme di arti marziali, il maestro non utilizza tanti colpi, ma uno solo preciso che faccia leva su uno specifico punto di pressione che, una volta toccato in maniera adeguata, faccia crollare l’avversario"